Buongiorno a tutti lettori, mi dispiace non aver postato più nulla da un po ma sono stato impegnato, adesso ho deciso di pubblicare e scrivere una linea guida su un argomento vastissimo cioè quello degli enzimi, l'articolo è un po più lungo del previsto ma spero possa esservi comunque utile :) vorrei specificare che però non ci sono la parte di cinetica enzimatica o esempi di reazione catalitica, che aggiungerò successivamente in altri post.
Bene godetevi la guida e al prossimo post !
Gli enzimi sono
sistemi organici che hanno lo scopo di catalizzare le reazioni intracellulari
delle vie biosintetiche le quali richiederebbero troppo tempo per ottenere un
prodotto.
Ci sono alcuni
parametri che ci permettono di identificare e definire un enzima, sono:
- variazione della velocità di reazione
- specificità
- funzionamento a condizioni standard per la
cellula (pressione/temperatura/pH)
- sono soggetti a fenomeni di controllo e
inibizione
Tutte queste caratteristiche
e modifiche che l’enzima porta all’interno di una reazione sono determinate da
fatto che gli enzimi sono molecole con struttura 3D e la loro conformazione particolare
è ciò che determina la loro funzione e selettività nei confronti di un substrato.
La storia della
scoperta degli enzimi è lunga e fatta da difficili esperimenti, ma sono 3 le
tappe fondamentali di questo percorso:
Louis Pasteur à nel 1850 scopri che il fenomeno della
fermentazione non era spontaneo come si pensava ma
bensì era veicolato da delle cellule di lievito, quindi senza la presenza di
queste cellule la fermentazione non avveniva, questo concetto ha portato al
crollo della teoria della generazione spontanea. Ciò che Pasteur non sapeva era
con quale meccanismo il processo di fermentazione avveniva e se era la cellula
nel suo intero a svolgere l’azione fermentativa o se era qualcosa al suo
interno a farlo.
Eduard Buehner à nel 1897 lo studio degli enzimi si portò
avanti e Buehner vide che facendo un estratto del succo cellulare di lievito il
processo di fermentazione avveniva comunque, quindi dedusse che delle molecole
contenute all’interno di queste cellule dovessero compiere l’atto della
fermentazione ( l’estratto cellulare è chiamato zimasi)
James Summer à nel 1927, cercò di purificare la proteina
ureasi ,un enzima. Purificare una proteina a quel tempo era un processo
difficile che richiedeva tempo e metodiche complesse che non alterassero la
struttura della proteina, Summer alla fine pensò di cristallizzarla e cosi
facendo ottenne la sua proteine purificata.
Successivamente
fece uno spettro ai raggi X e vide che quel composto che sapeva essere un
enzima era anche una proteina e da qui si arrivò a dire che gli enzimi sono
proteine.
Con il passare
degli anni vennero fatte nuove scoperte e alle varie parti dell’enzima dati dei
nomi specifici.
Apoenzima = è la parte proteica dell’enzima
Cofattore = sono molecole di vario genere per lo più
cationi metallici che si legano non covalentemente all’enzima. Ad esempio
alcuni cofattori che si legano sono quelli che servono a catalizzare reazioni
redox che altrimenti un qualsiasi enzima
non riuscirebbe a fare, perché gli amminoacidi delle proteine che lo
costituiscono non possono catalizzare questo tipo di reazione.
Alcuni esempi di
cofattori enzimatici sono Fe2+;Fe3+;Cu2+;K+;Mn2+;Mg2+;Zn2+
questi cofattori servono per catalizzare moltissime reazioni come: ossidoriduttasi,
esochinasi o carbossipeptidasi
Gruppo prostetico sono macromolecole che si legano
covalentemente alla proteina enzimatica. ( biotina, fad o gruppo eme)
I coenzimi più
comuni sono sfruttati dal corpo e prodotti da esso, ma alcuni coenzimi non sono
prodotti dal nostro corpo e quindi è necessario introdurli con una dieta che
possa integrarli.
Biotina à trasferisce CO2
CoA-SH à trasferisce gruppi acilici à il suo precursore è l’acido pantotenico
FAD à trasferisce elettroni à il suo precursore è la vitamina B2
NAD à trasferisce ioni idruro (H-) à il suo precursore è l’acido nicotinico
Lo studio cosi
approfondito degli enzimi ha portato a farne una classificazione, perché il
loro numero all’interno di una cellula è enorme, e le loro funzioni anche, cosi
è stato necessario raggruppare diversi enzimi in un unico gruppo che svolge una
specifica funzione, i gruppi sono chiamati famiglie e sono:
- ossido riduttasi
- Transferasi
- idrolasi
- liasi
- isomerasi
- ligasi
Ogni gruppo
corrisponde a una famiglia, e grazie a questa classificazione possiamo scrivere
un enzima con delle sigle che ci permette di risalire al tipo di enzima
coinvolto nella reazione.
D-Glucosio +ATP à ADP + D-Glucosio-P
L’enzima che
catalizza questa reazione è l’enzima : E.C 2.7.1.1
E.C=Identifica
che è un enzima
2=Identifica la
famiglia di appartenenza
7=Indica una
sotto classe, nel caso citato fosfotransferasi
1=Indica il
gruppo accettore del gruppo fosfato, nel caso sopra è il gruppo ossidrilico
dell’enzima
1=Indica il
substrato che usa, nel caso citato il D-Glucosio
In tal modo è
possibile conoscere tutto sulla reazione guardando solo la classificazione
dell’enzima coinvolto.
Nella reazione:
E + S ↔ ES ↔ EP ↔ E + P
ES è lo stato di
transizione di equilibrio, e avviene quando S lega reversibilmente con legami
deboli con E formando questo complesso, successivamente S diventa un prodotto P
e il complesso EP è meno stabile in tal modo l’enzima rilascia P più facilmente.
La variazione di
energia libera della reazione senza l’uso dell’enzima può essere anche minore
di 0 ma comunque può essere che non avviene perché cineticamente è troppo
lenta, questo vuol dire che il suo gap energetico di stato di transizione è
troppo elevato e il complesso intermedio formato è troppo instabile e richiede
energia per essere trasformato in prodotto, a livello molecolare avviene che le
molecole coinvolte dovrebbero urtarsi casualmente con un energia che non hanno
e quindi la reazione non potrà avvenire, gli enzimi hanno quindi il compito di
abbassare il gap energetico dello stato di transizione e permettere quindi il
verificarsi della reazione a quelle condizioni.
In questo grafico vediamo la differenza netta tra un
substrato catalizzato e uno non catalizzato, il gap energetico di quello
catalizzato si abbassa parecchio rispetto all’altro, e ciò fa si che la
reazione è più facile che avvenga.
A governare
queste reazione ci sono diversi parametri tra qui la costante di equilibrio e
la velocità di reazione.
La costante di
equilibrio (Keq) si calcola [P]/[S]
associata alla costante di equilibrio possiamo facilmente correlare la
variazione di energia libera della reazione che si calcola:
-RTlnKeq.
Durante una
reazione catalizzata da un enzima, è importante conoscere le specie che entrano
a far parte della reazione, solitamente come sappiamo sono l’enzima e i
substrati.
L’ordine di reazione fa riferimento proprio a
questo concetto, esistono diversi ordini di reazione che ci permettono di
calcolare esattamente la velocità di reazione per quel sistema in relazione al
numero di substrati presenti.
Le reazioni di
primo ordine sono reazioni dove all’interno dell’equazione cinetica V=K*[S]
entrano la costante K e la concentrazione del substrato che determina lo stadio
più lento di tutta la reazione (come regola è necessario sapere che la velocità
di una reazione è determinata dallo stadio più lento di quest’ultima
indipendentemente dall’enzima o ambiente di reazione)
Le reazioni di
secondo ordine invece sono reazioni molto simili a quelle di primo ordine, ma
il passaggio più lento adesso è determinato da due molecole e non da una, e quindi
è necessario far entrare nel’equazione entrambe le concentrazioni.
V=K*[S1]*[S2], questo genere di reazione è definita bimolecolare
Le reazioni di
ordine zero o pseudo reazioni di primo ordine, succedono quando uno dei due substrati
è in grande eccesso, se per esempio uno dei due reagenti fosse l’acqua come
vedremo nell’esempio, nel calcolo della velocità la concentrazione di acqua non
entra perché essa non varierebbe la sua concentrazione durante la reazione.
Esempio
Saccarosio +acqua à glucosio + fruttosio
l’acqua in
ambiente di reazione è talmente tanta che
non è importante scriverla nell’equazione cinetica V=K*[S]
Studiando le
razioni di primo ordine è stato constatato che
la concentrazione dell’enzima è proporzionale alla velocità di reazione in
condizione di substrato saturante.
Usando una
tecnica chiamata dosaggio enzimatico, prendiamo una certa quantità di enzima,
la aggiungiamo a una quantità di substrato saturante e calcoliamo la velocità
di reazione, se adesso ripetiamo nuovamente l’esperimento con il doppio
dell’enzima notiamo un aumento della velocità di reazione ed è proprio quello
che ci aspettavamo dall’equazione cinetica di primo ordine.
Per concludere
questo discorso bisogna notare la correlazione tra energia libera e costante
equivalente la Keq , se Keq diventa piccola, cioè abbiamo una bassa formazione
di prodotto allora la variazione di energia libera aumenta diventando anche
maggiore di zero se già non lo è, se invece la Keq aumenta otteniamo l’effetto
opposto.
MODELLI DI
LEGAME TRA ENZIMA E SUBSTRATO
Quando un enzima
lega con un substrato è importante determinare come avviene questo legame,
esistono due modelli differenti che possono spiegare questo legame, il primo è
il modello di Fisher, chiamato modello chiave serratura, in questo modello
l’enzima ha la forma ideale per accogliere un substrato specifico.
Un ulteriore
modello è quello di Koshland, chiamato modello adattativo, in questo modello
l’enzima non ha la forma giusta per legarsi perfettamente al substrato e quindi
ciò che avviene è che quando l’enzima si
lega al suo substrato questo si adatta per ospitarlo, probabilmente mediante
l’utilizzo di energia sotto forma di ATP la conformazione dell’enzima cambia
diventando compatibile con il substrato da ospitare.
STATO DI TRANSIZIONE
La variazione di
energia libera che si va a liberare dopo l’interazione enzima e substrato ha la
proprietà di abbassare l’energia di attivazione della reazione.
Questa teoria
prende anche il nome di teoria del complesso attivato dato che il suo studio è
basato appunto sul complesso attivato o stato di transizione.
Usare un enzima
serve per creare uno stato di transizione più stabile di quello che si
creerebbe senza, questa stabilità è anche dovuta alle deboli interazioni tra
enzima e substrato che stabilizzano il complesso.
Quindi la
reazione poi decorre verso la formazione dei prodotti.
Il punto cruciale
di questa teoria dello stato attivato serve per portare alla luce il fatto che
l’enzima deve essere più compatibile con il suo stato di transizione che con il
suo substrato, se cosi non fosse l’energia libera necessaria per formare il
prodotto sarebbe ancora più alta e quindi l’utilizzo del enzima risulterebbe
pressoché inutile
Il sistema di
creare stati di transizione ad alta energia, per esempio legando qualcosa con
l’enzima mediante legami forti, è lo stesso sistema che sfruttano le sostanze
inibenti per inattivare un enzima.
Abenzimi, sono anticorpi monoclonali con funzioni catalitiche,
hanno la capacità di attivare il sistema immunitario adattativo come gli
anticorpi.
Nel prossimo post introdurrò la cinetica enzimatica e la reazione di alcuni enzimi con i suddetti meccanismo catalitici
ENZIMI
Reviewed by Stefano
on
12:28
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