Cella elettrochimica:
Una cella elettrochimica è un dispositivo in grado di
convertire energia elettrica in energia
chimica o energia chimica in energia elettrica. È composta da due
semielementi, chiamati anche semicelle.
Una cella elettrochimica è composta da due semicelle , che
sono tenuti in contatto da un ponte salino che permette il libero scambio di ioni dall'interno
all'esterno del tubo senza che le soluzioni
delle semicelle entrino in contatto tra di loro, queste ultime sono collegate anche da due elettrodi immersi nella soluzione
all’interno delle semicelle , che permettono il passaggio di corrente elettrica,
rilevato per mezzo poi di un voltametro.
Questi semielementi sono tenuti separati da una membrana
semipermeabile oppure sono contenuti in contenitori separati collegati da un ponte salino.
Quando vengono opportunamente collegati per mezzo di un circuito elettrico
esterno, gli elettroni
prodotti dalla reazione di ossidazione che si svolge in un semielemento
vengono trasferiti all'altro per dare luogo alla reazione di riduzione.
Un semielemento è generalmente composto da un elettrodo
metallico immerso in una soluzione elettrolitica.
L'elettrodo dove ha luogo la semireazione di ossidazione si
chiama "anodo",
quello dove avviene la riduzione "catodo".
Esistono 2 tipi di celle elettrochimiche, che si
differenziano in base al tipo di reazione che si conduce, esistono celle
galvaniche, o anche celle elettrolitiche, nella prima, le reazione che si
conducono, avvengono spontaneamente senza dover fornire alcun potenziale, nelle
seconde, invece, consideriamo celle dove le reazioni che avvengono non sono
spontanee, ma dobbiamo fornire un potenziale elettrico per far avvenire la
reazione, che senza esso non si verificherebbe ( questo genere di reazioni
condotte in celle elettrolitiche prendono il nome di elettrolisi)
L’elettrodo.
In elettrochimica, si definisce elettrodo, un sistema formato
da un conduttore di prima classe, immerso parzialmente in una fase a conduzione
ionica e cioè soluzione, generalmente acquosa di un conduttore di seconda classe.
Per misurare il d.d.p esistente nella nostra cella abbiamo
bisogno di due elettrodi, uno relativo al potenziale incognito, mentre l’altro
è un elettrodo di riferimento, il cui potenziale è stato stabilito per
convenzione uguale a zero a tutte le temperature, in tal modo, l’elettrodo che
misura il potenziale incognito, misurerà un potenziale che non è quello
assoluto, ma bensì relativo al potenziale dell’elettrodo di riferimento.
In una soluzione elettrochimica
l'anodo è definito come
l'elettrodo su cui avviene l'ossidazione, mentre il catodo è
l'elettrodo su cui avviene la riduzione. Un elettrodo può comportarsi da
anodo oppure catodo in dipendenza dal tipo di reazione
chimica che vi ha luogo.
Nel caso di celle galvaniche (reazioni spontanee),l'anodo è
negativo (cede elettroni) e il catodo positivo (acquista elettroni), nel caso
in cui invece abbiamo celle elettrochimiche ( reazioni non spontanee) il segno
del catodo e del anodo si invertono.
Gli elettrodi si dividono in varie specie:
- Quelli
di prima specie sono
formati da un metallo immerso in una soluzione contenente gli ioni
dello stesso metallo.
- Quelli
di seconda specie sono
formati da un metallo ricoperto dal suo sale poco solubile e in soluzione
sono presenti gli anioni del sale poco solubile (ad esempio,
metallo Ag, sale AgCl, soluzione anioni Cl-).
- Quelli
di terza specie vengono
anche detti elettrodi redox e sono caratterizzati dalla presenza di un
metallo inerte inserito in una soluzione che contiene sia la forma ossidata
sia la forma ridotta dell'elemento in questione
(ad esempio metallo Pt , soluzione di Fe3+
ed Fe2+).
- Ci
sono infine gli elettrodi a gas(elettrodi di quarta specie) come quello
formato da un filo di platino che termina in una lamina del metallo
stesso, inserita in una soluzione di ioni H+ ad attività
unitaria, e a contatto con idrogeno gassoso alla pressione
di 1 atmosfera. Come
funzionamento sono assimilabili a un elettrodo di prima specie.
La distinzione fatta tra l’elettrodo di seconda e prima
specie, è una distinzione aleatoria, perché un elettrodo di seconda specie,
come quello considerato nel esempio, è possibile trattarlo concettualmente come
un elettrodo di prima specie , se si considera che nella soluzione esistono
cationi dello stesso metallo che ha la funzione di elettrodo.
Per la misura del pH di soluzioni a concentrazione incognita
si utilizza l'elettrodo a vetro,un particolare elettrodo
dotato di una membrana composta da silicati di sodio, litio, bario in grado di
catturare selettivamente gli ioni H+
Grafico di ossidabilità.
Quando di studiano i processi
elettrochimici, solitamente usiamo sempre soluzioni acquose, i grafico di
ossidabilità dell’acqua ci viene in aiuto nel capire se quella determinata
sostanza, disciolta nell’acqua sarà stabile o meno.
Tutte le specie che si trovano tra le
parallele sono stabili nell’acqua, ma questo non implica che quelle specie che
stanno al di fuori delle parallele siano
sempre instabili disciolte in acqua. Il permanganato di potassio ha un
potenziale tale che si trova al di fuori delle parallele, ma ha un tempo di
stabilità nell’acqua accettabile per
utilizzarlo come solvente, infatti dobbiamo anche considerare
il fattore cinetico, la reazione di ossidazione che il permanganato fa con
l’acqua provoca lo scambio di quattro elettroni e la distruzione e rispettiva formazione di molteplici legami,
questo è sicuramente un fattore sfavorevole alla velocità della razione,
ragione per il quale è possibile sciogliere il permanganato in acqua. Inoltre ,
è stato statisticamente provato che la reazione avviene velocemente per ΔE >
0,6 v.
La pendenza delle parallele che partono dai potenziali di H2
e O2 , sono tali perché all’aumento del pH (posto sulle
ordinate) la concentrazione di H+
diminuisce, e se la K diminuisce al diminuire di questa concentrazione, anche
il potenziale all’aumentare del pH diminuirà.
Il range di pH considerato inoltre è tale perché in quel
intervallo gli ioni disciolti nell’acqua sono stabili come ioni , invece al di
fuori di tale intervallo avvengono
trasformazioni chimiche ad opere degli H+ e OH- in base
al pH a cui siamo (per esempio Fe2+ messo in soluzione a pH > 10
forma l’idrossido Fe(OH)2)
LEZIONE 2 CHIMICA
Reviewed by Stefano
on
00:49
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