INFIAMMAZIONE
L’infiammazione è un processo del sistema immunitario aspecifico innato, viene attivato quando un agente esterno causa un danno al corpo.
L’infiammazione termina quando viene riportato il tutto alla situazione iniziale, non è uno stato ma bensì un processo che indirizza il tessuto danneggiato verso la guarigione.
Clinicamente l’infiammazione è visibile e riconoscibile, ed è possibili descriverlo:
- Dolore
- rossore
- tumefazione
- calore della parte infiammata
- alterazioni funzionali
L’infiammazione acuta o flogosi è quindi la risposta dei tessuti danneggiati finalizzato alla guarigione.
in una ferita si danneggiano i tessuti, si rompono arterie e capillari e entrano agenti patogeni come i batteri sulla pelle, la prima risposta al danno viene dal dolore, provocato dai nervi lesi, poi subentra il rossore e lo sviluppo del calore quando iniziano ad essere richiamati dai vasi vicini le prime difese del sistema immunitario innato, che eliminano i batteri mentre piastrine e fibrina riparano vasi e arterie lese. Nel momento del richiamo di queste cellule, i mastociti presenti liberano istamina, che provoca vasodilatazione che accentua il rossore e procura il tipico gonfiore della ferita.
Una volta che il tessuto è stato riparato e i batteri eliminati, l’infiammazione viene a mancare e si ripristina la condizione originaria.
l’infiammazione di divide in due grosse categorie:
quella acuta, caratterizzata dal richiamo di macrofagi e granulociti che producono un rilascio di essudato caratterizzato da liquidi plasmatici (edema)
quella cronica, un infiammazione di durata considerevole che provoca il richiamo di linfociti e macrofagi, il tessuto può anche presentare stati di necrosi e proliferazione dei vasi.
INFIAMMAZIONE ACUTA
L’infiammazione acuta, è la risposta rapida a un danno di un agente esterno, arriva in pochi giorni o anche minuti, in base all’entità del danno, è caratterizzata da fenomeni vascello ematici.
l’infiammazione acuta ha inizio con 3 fasi:
- fase di innesco
- fase di evoluzione dove vengono rilasciate le citochine
- fase di risoluzione o cronicizzazione, le citochine richiamano le cellule del S.I che risolvono il problema.
Una volta che le citochine sono state liberate, sul sito dell’infiammazione arrivano le cellule del sistema immunitario che iniziano a fagocitare patogeni e a riparare i danni vascolari.
Mastociti con l’istamina procurano vasodilatazione, questo porta alla perdita di liquidi plasmatici, proteine e all’aumento del flusso ematico, il che si traduce con edema, rossore e calore.
I leucociti sono grandi per passare naturalmente nella parete vascolare così una serie di proteine aiuta il passaggio, Chemochine per l’attivazione, selectine per la rotazione, integrine per l’adesione e le CD31 per trasmigrazione.
L’edema è una fenomeno dato dal variare del equilibrio tra pressione osmotica e idrostatica
In situazioni normali la pressione idrostatica arteriosa è di 32mmHg, quella venosa di 12mmHg, mentre quella osmotica tessutale media è di 25, cosi che le due pressioni si equilibrano evitando la formazione di edemi.
In situazione di infiammazione invece, la pressione idrostatica sale a 50mmHg mentre quella osmotica dei tessuti scende di 20mmHg, questo crea un netto sbilanciamento che porta alla fuoriuscita dalle pareti vascolari di liquido e proteine che formano l’edema.
Nel edema si trovano proteine che vengono recuperate con il sistema linfatico e il fibrogeno, che fuori dal circolo ematico diventa fibrina, che ha effetti benefici ai fini della guarigione, infatti attiva i processi di fagocitosi, eliminando velocemente infezioni batteriche.
composizione
edema
MEDIATORI CHIMICI DELL’INFIAMMAZIONE
ISTAMINA
causa vasodilatazione e viene rilasciata dai mastociti, inoltre stimola la muscolatura liscia aumentando la pressione idrostatica accelerando il flusso ematico
Viene inattivata poi dalle cellule che intervengono nei processi successivi dell’infiammazione, l’istamina interviene quei subito.
PAF
sono i fattori di aggregazione delle piastrine, vengono prodotti dai fosfolipidi di membrana, con la fosfolipasi A2.
hanno una funzione importante, in quanto aumentano l’effetto della istamina, causano l’aggregazione delle piastrine e il broncospasmo.
SPECIE REATTIVE DELL’OSSIGENO
sono rilasciate dai leucociti quando entrano in contatto con composti chemiotattici come immunocomplessi, queste specie reattive del ossigeno uccidono i patogeni nel sito dell’infiammazione.
sono rilasciati nel ambiente extracellulare.
CHININE
sono proteine che vengono prodotte a partine dai chinogeni plasmatici.
hanno effetti come quello vasodilatativo, aumento della permeabilità vascolare, aiuta la PAF nella contrazione della muscolatura liscia e provoca il dolore se iniettato nella cute.
CASCATA DELLA COAGULAZIONE
permette di riparare il danno tessutiale.
La cascata della coagulazione di divide in due vie:
estrinseca, il fattore VII viene prodotto dai tessuti e attiva il fattore X che a sua volta attiva il fattore V e poi il fattore II in questo step finale il fattore II attiva il fibrogeno trasformandono il fibrina.
intrinseca, inizia dal fattore XII che è rilasciata dal fegato che a cascata arriva XI, IX,VIII,X,V,II e poi il II attiva ancora il fibrogeno in fibrina.
CITOCHINE INFIAMMATORIE
le citochine primarie rilasciate sono le TNF-alfa, IL-6, IL-10 e IL-1
IL-10 e IL-1 sono citochine antinfiammatori che stimolano la produzione di glucocorticoidi
TNF-alfa e IL-6 sono citochine pro-infiammatorie.
le citochine vengono subito liberate perché nei tessuti del nostro corpo ci sono sempre dei macrofagi in quiescenza che si attivano una volta che c’e un patogeno o un principio di danno, quindi digeriscono il patogeno estraneo e liberano citochine.
DOLORE
il dolore è una sensazione che spesso accomuna un infiammazione, infatti antinfiammatori comuni funzionano da anlgesici, cosi da bloccare la sensazione di dolore prodotta dall’essudato che preme sui nervi.
Alcune sostanze come le chinine o le prostaglandine stimolano i centri del dolore, infatti molti antinfiammatori inibiscono le COX che evitano la formazione di questi composti.
Altri sono poi i trasmettitori del dolore, un esempio è l’acetilcolina e lo ione potassio.
TERMINAZIONE DELL’INFIAMMAZIONE
il processo infiammatorio ha termine quando IL1 rilasciato nelle fasi finali del’infiammazione dagli stessi leucociti,raggiungono l’ipotalamo, qui l’ormone CRH viene rilasciatoe va a stimolare l’adendo ipofisi a rilasciare ACTH, un ormone che stimola la produzione di glucocorticoidi che mandati con il flusso ematico nella zona di infezione sono dei segnali anti infiammatori.
il processo di terminazione si esegue in diverse fasi
- per prima cosa viene ripristinata la normale permeabilità del endotelio venoso e l’edema viene riassorbito con il drenaggio dei fluidi
- I corpuscoli dovuti alla necrosi di alcuni tessuti o all’apoptosi di cellule ma anche gli immuni complessi e i leucociti morti vengono fagocitati dai macrofagi
- I macrofagi rilasciano sostanze chimiche che stimolano la riparazione dei tessuti e dopo di che si disattivano.
La terminazione dell’infiammazione per i tessuti non è sempre indolore, infatti a volte capita che vasi sanguini o un alto numero di cellule nel sito vengano danneggiati in modo più aggressivo, così la risposta del S.I è anche lei più aggressiva tanto da rovinare i tessuti sani.
Una volta che l’infiammazione sta terminando e l’infezione è stata combattuta, il numero di corpuscoli e cellule morte è tale da formare del pus, che se non viene eliminato forma un ascesso.
Sia l’ascesso che il danno al sistema sanguino inizia a riparasi con angiogenesi, quindi formazione di nuovi vasi sanguinei e al poso del tessuto specializzato viene prodotto tessuto connettivo creando così una guarigione con perdita di funzionalità (formazione di tessuto fibroso)
INFIAMMAZIONE CRONICA.
l’infiammazione cronica o istoflagosi, è un infiammazione duratura superiore ai 6 mesi o anche all’anno.
I motivi possono essere svariati, per esempio reazione autoimmuni contro i tessuti, mancata eliminazione dell’antigene o esposizione continua dell’antigene
le infiammazioni croniche si distinguono in
granulomatose
non granulomatose
in comune hanno il fatto che non c’e essudato e non vi sono neutrofili.
i macrofagi rimangono attivati perché le cellule T attive rilasciano interferone gamma che tiene li tiene attivi.
i macrofagi rilasciano sostanze che danneggiano i tessuti come AA, PDGF, FGF, TGF.
i monociti sempre presenti sono spiegabili in 3 modi:
- il primo è che questi continuano a migrare nel sito infiammatorio
- il secondo che i monoliti già presenti moltiplichino grazie all’induzione di citochine
- il terzo che alcune sostanze citochiniche fissino i macrofagi sul sito infiammatorio.
INFEZIONE NON GRANULOMATOSA
l’eziologia dell’infezione non granulomatosa è dovuta a vari motivi, il primo è che l’antigene non è molto virulento ma parecchio resistente, il secondo è che il S.I da luogo a un azione prolungata contro l’antigene resistente provocando un effetto autoimmune e l’ultimo è che c’e un esposizione continua e costante dell’antigene.
l’aspetto dell’infiltrato è costante e si nota la compressione dei vasi sanguinei che portano a fenomeni di ischemia, inoltre la presenza di materiale fibrotico nel sito infiammativi è caratteristico dell’infezione non granulomatosa.
INFEZIONE GRANULOMATOSA
L’eziologia dell’infezione è dovuta alla presenza di microorganismi nei fagolisosomi non eliminati.Questo genere di infezione vede la presenza costante di macrofagi e la modifica della composizione dell’infiltrato.
la morfologia dell’infezione è dipendente dal agente patogeno che la procura.
L’infezione cronica granulomatosa ha un evoluzione
formazione di tessuto fibroso —> tubercolosi
deposizione di sali di calcio —> sifilide
incapsulamento— > lebbra
GRANULOMA
il granuloma è un focolaio di infezione cronica, formata da cellule di mononucleosi, specialmente linfociti e macrofagi.
I macrofagi si stabilizzano nel sito e diventano cellule epiteloidi, con i tempo e l’alto numero di macrofagi alcuni di loro si unisce formando cellule giganti.
Attorno ai macrofagi troviano cellule linfocitarie e uno strato finale fibrotico.
Il granuloma può essere accompagnato da tessuto necrotico, inoltre i linfociti e macrofagi presenti sono tutti attivi.
un tipico antigene che causa granulomi è l’ossido di silice che se viene respirato si deposita nelle ve aeree e forma prima cristalli che poi s trasformano in fibrosi polmonare, la serietà della malattia è dose dipendente di silicati respirati.
granuloma da corpo estraneo:
avviene quando un oggetto inerte entra in un ospite, le difese immunitarie si attivano e ricoprono l’oggetto, ma non riuscendo a eliminarlo velocemente l’infiammazione cronicizza e i macrofaci e leucociti presenti formano anche tessuto necrotico al centro del sito, trasformando l’infiammazione in un granuloma
granuloma immunologico:
è generato dopo un attacco batterico che può attivare la risposta immunitaria, che aggredisce il batterio nella zona dell’infiammazione che cronicizza per la resistenza del patogeno.
Il risultato di un istoflagosi:
fibrosi degli organi
fenomeni istolesivi
promozione della carcinogenesi
MANIFESTAZIONE DI INFIAMMAZIONE CRONICA.
leucocitosi alta, aumenta la concentrazione nel sito infiammativi dei leucociti (neutrofili se per infezioni batteriche o eosinofili per allergie)
tipiche risposte della fase acuta come febbre, dolore, perdita di appetito ecc
Aumento della concentrazione della proteine C3 del complemento.
diminuzione della concentrazione di ferro nel sangue
produzione delle proteine di fase acuta
produzione della proteina C che facilita la coagulazione
produzione dell’alfa1 antitripsina, prodotta per evitare che le protessi danneggio i tessuti vicini
aumento del fibrogeno essenziale per la coagulazione
risposta infiammatoria sistematica (continua a ripetersi più e più volte)
coagulazione disseminata (causa ostruzione dei vasi che porta a ischemia)
le principali citochine coinvolte sono quelle che mediano una riposta pro infiammatoria come TNF, IL1 e IL6
i sintomi più comuni della risposta antinfiammatoria ci avvertono che qualcosa nel organismo non va o sta cambiando
dolore—> indice di un danno all’organismo
rossore e gonfiore —> avviene per il fenomeno vasodilatativo che permette alle cellule dell S.I di
passare dall endotelio al sito danneggiato e infettato
calore e febbre —> l’innalzamento della temperatura corporea è utile per impedire la
moltiplicazione di alcuni microrganismi.
INFIAMMAZIONE
Reviewed by Stefano
on
22:41
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