LE VIE DEL GLUCOSIO
Buongiorno carissimi lettori, con questo post proseguo a descrivere il metabolismo, entrando un po più nel merito di quelle che sono le reazioni che costituiscono il metabolismo vero e proprio.
Il glucosio, un carboidrato, è un composto sfruttato molto
dalle cellule per diverse vie biosintetiche, tra le più importanti quella della
respirazione, serve per sviluppare energia mediante la sua ossidazione grazie a
particolari enzimi.
La respirazione cellulare inizia proprio con il processo di
glicolisi che trasforma il glucosio in piruvato, quindi è la prima risorsa che
la cellula usa per produrre energia, uno zucchero semplice che è accumulato
tramite specifici polisaccaridi.
In condizioni di particolare sforzo o quando la concentrazione di glucosio nel sangue
diminuisce, gli organismi più complessi hanno imparato a sfruttare anche
proteine e lipidi che lavorati formano intermedi di questa lunga catena
biosintetica respiratoria e ne entrano a
far parte.
Lo zucchero viene trasformato in piruvato e poi in base alla
presenza o meno di ossigeno può subire diversi destino e dare il via a diverse
vie biosintetiche.
Quindi in condizioni anaerobiche (in mancanza di O2),
il glucosio si trasforma in piruvato e poi in etanolo o acido lattico, queste
due vie di fermentazione sono meno produttive in termini energetici infatti il
nostro organismo che si avvale dell’ossigeno produce più ATP con una diversa
lavorazione del piruvato.
FERMENTAZIONE ALCOLICA
FERMENTAZIONE LATTICA
In entrambe le vie fermentative non vengono prodotti
ulteriori moli di ATP ( ATP prodotta è quindi proveniente solo dalla glicolisi) quindi nella reazione globale di queste vie il numero di
ATP effettivamente prodotte sono 2.
Non vengono nemmeno prodotti equivalenti di riduzione, anzi
vengono usati quelli che sono stati prodotti durante la glicolisi per poter
ridurre il gruppo carbonilico ad alcol.
AMIDO E GLICOGENO
amido e glicogeno sono
le fonti numero uno di glucosio del nostro organismo, sono polisaccaridi di
riserva, specialmente il glicogeno cattura il nostro interesse perché è un
polisaccaride di riserva usato dai mammiferi.
Il glicogeno è una macromolecola legata da legami alfa 1,4
glicosidici e ramificata da legami 1,6 glicosidici.
Per quanto riguarda l’amido è formato da due componenti,
l’amilosio la parte lineare fatta da legami 1,4 e l’amilopectina fatta da
legami 1,6 glicosidici.
Questa struttura similare al glicogeno si trova per lo più
in cellule di tipo vegetale dove svolge anche li una funzione di riserva.
Nel glicogeno esistono due tipi di estremità, quella
chiamata riducente e quella non riducente, questa sostanziale differenza è che
la parte non riducente è un estremità libera con il suo OH pronto per reagire,
le estremità non riducenti invece sono punti della catena dove OH non è più
libero ma impegnato in un legame glicosidico di ramificazione 1,6 o lineare
1,4.
Il polimero del glicogeno viene scisso nei suoi monomeri da
un enzima chiamato fosforilasi.
Solitamente si sa che i polisaccaridi introdotti dal corpo
non vengono scissi con una fosforilasi ma mediante un enzima idrolitico, questo
perché un glucosio non fosforilato è libero di entrare nella circolazione
sanguinea, nel nostro caso invece il glucosio non deve fuoriuscire dalla
cellula, quindi viene fosforilato.
Il glucosio 1 fosfato prodotto però non è sensibile agli
enzimi della glicolisi che non lo riconoscerebbero come un substrato buono,
quindi è necessario mediante un azione enzimatica di trasformare il glucosio 1
fosfato in glucosio 6 fosfato.
Quindi una volta staccato il glucosio non riducente e
trasformato in glucosio 6 fosfato la reazione prosegue con il glucosio successivo che ora è
diventato non riducente dato che il suo OH non è più impegnato in alcun legame
glicosidico.
Questa reazione procede fino a che non incontra un punto di
ramificazione, questo enzima non è in grado di scindere legami 1,6 glicosidici
ma solo 1,4, quindi entra in gioco un altro enzima capace di farlo, questo
enzima di chiama deramificante.
L’enzima
deramificante non toglie solo l’ultimo glucosio dalla catena, ma nella sua
struttura proteica una parte è utilizzata per una funzione di transfer, che
sposta i glucosio prima del punto di ramificazione su un'altra catena e poi
interviene per eliminare mediante un idrolisi il legame 1,6 del glucosio.
La glicogeno fosforilasi funziona mediante un controllo
allosterico, è inibita dalla presenza di ATP e glucosio 6 fosfato mentre è
favorita da ADP ( questo solo per la glicogeno fosforilasi dell’apparato
muscolo scheletrico, per esempio nel fegato non c’e una regolazione de glucosio
6 fosfato).
Questo sistema di regolazione fu scoperto dal Corey.
L’attivazione allosterica avviene grazie al glucosio 6
fosfato e al AMP, che originano un cambiamento nella conformazione della
proteina, poi l’azione dell’ATP lega due gruppi fosfato alla struttura
modificata trasformandola nella proteina attiva e pronza al funzionamento.
Questo enzima si compone di due sub unità che funzionano in
modo da essere regolate allostericamente, cambiando di conformazione una volta
attivate, se poi la quantità di ATP aumenta
nella ambiente cellulare, avviene un idrolisi dei gruppi fosfato legati
e successivamente la regolazione allosterica per via della presenza
dell’ATP inattiva del tutto la proteina.
GLUCOGENESI
La glucogenesi è un processo catalizzato dalla glicogeno
sintasi che lega le molecole di glucosio con legami glicosidici. Tutte le
condizione che inibiscono la glicogeno sintasi favoriscono la fosforilasi.
La glicogeno sintasi è un enzima che non può unire
liberamente due molecole di glucosio ma deve partire da un innesto e di ciò si
preoccupa una proteina specifica chiamata glicosina.
Il legame richiede energia quindi per la formazione di
glicogeno è richiesta la presenza di ATP
nel prossimo post parlerò unicamente della glicolisi, specificando bene tutte le condizione nella quale le sue reazione avvengono, enzimi e substrati di ogni passaggio :) buona lettura !
METABOLISMO - PARTE 2
Reviewed by Stefano
on
14:47
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